Calunnia. S. f. [dal lat. calumnia]. – Diceria, imputazione o denuncia, coscientemente falsa, con cui si attribuisce a una persona una colpa, un reato o comunque un fatto che ne offenda la reputazione.
È solo una delle parole emerse dal lavoro che alcuni docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Abbiategrasso (MI) hanno fatto insieme agli studenti, individuando quali stereotipi e luoghi comuni condizionano la loro quotidianità. È, a nostro modo di vedere, la più significativa, a cui non avevamo mai pensato, che rappresenta perfettamente cosa significa quando uno stereotipo ti viene appiccicato addosso.
Insieme a questa ne sono arrivate molte altre:
non sei abbastanza/poco di buono/anoressica/egiziano super furbo/obeso/frocio/il muratore è un lavoro da uomo/ negro/la casalinga non è un lavoro/sei venuto con il barcone?/lesbica/che vivi in una roulotte?/asociale/rifatta/devi rifarti/nerd/bella e stupida/dislessico/figlio di papà/africano/bionda e scema/secchiona/quello strano/bipolare/troia/ persona tatuata/brutto/ puttana/vu cumprà/italiano mangia pasta/l’apatica/sfigato/non servi a niente/clandestini…
Un tesoro che oltre a gettare le basi per quello che sarà il Picabù Festival 2022, ha stimolato 13 artiste e artisti che in forma gratuita, comprendendo il significato del progetto, hanno illustrato questo calendario.
Quindi lo abbiamo fatto di nuovo. Come per i calendari passati o nelle precedenti edizioni del Festival o per la produzione dell’antologia “Tigre Pigra Blu”, un nuovo miracolo è avvenuto: relazionare persone differenti, di diverse origini, attitudini ed età, coinvolgendole nel nostro progetto, per provare a stimolare pensiero e sguardo critico rispetto agli strumenti comunicativi con cui raccontiamo e ci viene raccontata la nostra quotidianità, i fatti, i processi e le persone che la attraversano, provando ad accorciare il più possibile il divario tra percezione e realtà.
“Quando la si finirà con la vuota metafisica e i luoghi comuni? Tutti i guai vengono dalla nostra gigantesca ignoranza. Ciò dovrebbe essere studiato e creduto senza discussione.
Invece di osservare, si afferma!”
Da una lettera di Gustave Flaubert a George Sand.